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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Educazione nell'età elenistica

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Nell'età ellenstica viene imposto l'ideale della vita contemplativa in contrapposizione a quello dell'impegno civico di Aristotele. In un impero vasto come quello di Roma non si è più cittadini ma sudditi e si lascia che l'imperatore Romano e i funzionari guidino lo Stato. Il disimpegno civico porto d'altra parte a una crescente attenzione per la vita pratica e la ricarica di indicazioni etiche, le scuole ellenistiche assumono perciò molta importamza. La figura del saggio sì sostituisce a quella del sapiente, e a lui si affianca la figura del sapiente specializzato. Il processo di specializzazione e di separazione del sapere continua in questo periodo con la formazione da un lato dell' uomo colto di stampo umanistico e dall'altro scienziati specialisti. Inizia a fare la sua comparsa proprio in questo periodo la contrapposizione tre sapere scientifico e sapere umanistico. Concezioni di Plutarco sono riconducibili a un pensiero ellenistico, il quale s

Le strutture e il percorso educativo in età ellenistica

In età ellenistica la prima formazione avviene, come sempre in famiglia a cura Delle donne di casa. Dai 7 ai 19 anni i ragazzi frequentano la scuola pubblica in cui ritroviamo la figura del pedagogo che è per l'alunno un riferimento morale oltre che aiutarlo nell'attività scolastica e accompagnarlo a scuola. Il maestro invece ha il compito di insegnare. Istruzione primaria (7-12 anni) Imparano a leggere e scrovere e alcune nozioni di matematica, oltre che musica e ginnastica Istruzione secondaria (12-20 anni) Si occupa principalmente della formazione umanistica e in misura minore quella scientifica. Il grammatico insegna letteratura mentre il retore cura la produzione scritta e orale degli allievi. Dai 18 ai 20 gli allievi devono compiere un allenamento militare (efebato ) dal maestro militare Formazione superiore È basata sulla retorica che mira però a creare dei professionisti della parola. È molto legata alla filosofia nonostante la prefessionalizzazione.

I sofisti

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Nel V secolo Atene raggiunge il suo massimo splendore politico e culturale, è anche il luogo di attività dei principali protagonisti della cultura greca: sofisti, Socrate e Platone. Il termine sofista (colui che sa usare il sapere) indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici che insegnavano l'areté politica, cioè la tecnica con cui un politico sostiene in pubblico le proprie tesi e sconfigge quelle degli avversari. La nuova virtù consiste nell'abilità dialettica e retorica, cioè l'arte del linguaggio. Le tecniche insegnate dai sofisti sono due: La dialettica→ dialogo tra due o più interlocutori durante il quale si prova razionalmente la validità delle proprie posizioni smentendo quelle dell'avversario. La retorica→ lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto uditorio Grazie a queste capacità il politico può scendere nell'agone politico, cioè in un confronto tra diverse parti: è la stessa areté agonale di Omero spostata dal campo dell

Socrate: la forza del dialogo

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Socrate, a differenza dei sofisti, non è maestro dell'arte del discorso ma dedica la sua vita alla filosofia: ai suoi allievi trasmette un insegnamento morale per il quale non chiede compenso. Il filosofo insegna ai suoi interlocutori che le loro convinzioni sono infondate e li induce alla ricerca della verità, infatti egli afferma che l'unica certezza che ha è quella di non sapere. La strategia di Socrate è un vero e proprio metodo, attraverso il dialogo sottopone l'interlocutore a un gioco di domande mettendo alla prova le sue convinzioni cercando il concetto della cosa esaminata. Questa confutazione determina la ricerca della verità. Socrate induce chi dialoga con lui a fornire la risposta alla domanda iniziale, questo metodo socratico è detto maieutica (l'arte dell'allevatrice). Socrate aiuta le menti a partorire le idee. A Socrate interessa la dialettica come serrato dialogo, guidato dalla ragione Socrate vorrebbe arrivare ai concetti di bene e giusti

Platone e l'Accademia

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Platone fu il più allievo di Socrate e nella sua riflessione è centrare l'idea della giustizia. Dopo la condanna del suo maestro rinuncia alla carriera politica e cerca fuori da Atene una città ideale descritta nel sua più celebre opera "la Repubblica" dove esercitare la propria influenza. In seguito a svariati insuccessi fonda nel 387 a.c l'Accademia. Convinto che uno Stato non possa essere giusto se non è guidato da persone giuste, Platone elabora un progetto educativo a lo scopo di preparare un nuovo ceto politico che riesca a formare una nuova giunta di valori. Il filosofo intende rintracciare verità e valori immutabili da realizzare tra gli uomini. La conoscenza delle idee è il punto terminale dell'educazione, che è quindi un percorso di conoscenza nel quale vengono selezionati i governanti e formati i cittadini. Solo i più meritevoli diventeranno filosofi, e per Platone i filosofi devono andare al governo o diventare consiglieri dei governanti. Filosofi